Schopenhauer osserva come il suicidio
non sia una liberazione dalla Volontà, ma la sua affermazione più
ecclatante : ci si toglie la vita perchè la si ama
troppo nella maniera in cui la si conosce, o la si desidera, dunque,
il suicidio è legato alla Volontà di vivere in determinate
condizioni senza che ve ne sia la possibilità.
Allo stesso modo, i recenti
episodi di suicidio non rappresentano un gesto liberatorio nei
confronti del Sistema, ma l'affermazione più ecclatante del suo
potere sugli individui: l'imprenditore in bancarotta, l'operaio
licenziato, si tolgono la vita perchè la “amano troppo”
nell'unica maniera in cui la conoscono, ossia, quella in cui il
Sistema l'ha configurata per loro.
Se nel sistema di Schopenhauer la Cieca
Volontà è ciò che permea la vita, la volontà de Il Sistema sono i disvalori di "profitto a tutti i costi" e di una certa visione della "sicurezza economica" che forgiano
il nostro concetto di "esistenza".
Nel sistema di Shopenhauer il problema si
pone poichè la Volontà è eternamente frustrata; ne Il Sistema, il
dramma si consuma quando è frustrata l'idea di vita secondo la quale
esso ci modella. Produco et consumo ergo sum: è innegabile
come la crisi abbia fatto crollare i presupposti di un sum così
concepito...
Il lavoratore suicida, non si libera
dal Sistema: è il Sistema, che liberandosi di lui, lo spinge a
liberarsi di sé sesso, perchè fuori dal sistema egli vede
solo la morte.
La “S” maiuscola è legata al fatto
che, sebbene tutti i sistemi si siano spacciati come Il Sistema, solo
questo sistema è riuscito a indossare con tanta efficia la
maschera della necessità e il vestito della globalità;
E' a questo punto che il pensiero di Schopenhauer finisce di
darci una mano: la Volontà è ineludibile, un sistema, al contrario, può essere combattuto; per questo dobbiamo tornare
a parlarne con la “s” minuscola...
Ho
scoperto l'acqua calda, ma spero che per qualcuno possa essere una
doccia fredda.
- Renzo
Nessun commento:
Posta un commento