sabato 5 maggio 2012

Schopenhauer e i lavoratori suicidi


Schopenhauer osserva come il suicidio non sia una liberazione dalla Volontà, ma la sua affermazione più ecclatante : ci si toglie la vita perchè la si ama troppo nella maniera in cui la si conosce, o la si desidera, dunque, il suicidio è legato alla Volontà di vivere in determinate condizioni senza che ve ne sia la possibilità.

Allo stesso modo, i recenti episodi di suicidio non rappresentano un gesto liberatorio nei confronti del Sistema, ma l'affermazione più ecclatante del suo potere sugli individui: l'imprenditore in bancarotta, l'operaio licenziato, si tolgono la vita perchè la “amano troppo” nell'unica maniera in cui la conoscono, ossia, quella in cui il Sistema l'ha configurata per loro.

Se nel sistema di Schopenhauer la Cieca Volontà è ciò che permea la vita, la volontà de Il Sistema sono i disvalori di "profitto a tutti i costi" e di una certa visione della "sicurezza economica" che forgiano il nostro concetto di "esistenza". 

Nel sistema di Shopenhauer il problema si pone poichè la Volontà è eternamente frustrata; ne Il Sistema, il dramma si consuma quando è frustrata l'idea di vita secondo la quale esso ci modella. Produco et consumo ergo sum: è innegabile come la crisi abbia fatto crollare i presupposti di un sum così concepito...

Il lavoratore suicida, non si libera dal Sistema: è il Sistema, che liberandosi di lui, lo spinge a liberarsi di sé sesso, perchè fuori dal sistema egli vede solo la morte.

La “S” maiuscola è legata al fatto che, sebbene tutti i sistemi si siano spacciati come Il Sistema, solo questo sistema è riuscito a indossare con tanta efficia la maschera della necessità e il vestito della globalità; E' a questo punto che il pensiero di Schopenhauer finisce di darci una mano: la Volontà è ineludibile, un sistema, al contrario, può essere combattuto; per questo dobbiamo tornare a parlarne con la “s” minuscola...

Ho scoperto l'acqua calda, ma spero che per qualcuno possa essere una doccia fredda.

- Renzo

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